introduzione

questo gioco è il risultato del laboratorio intensivo fatto alla NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano tra ottobre e novembre 2010.
lo stimolo inziale era quello di esplorare lo spazio urbano osservando dettagli minimi, seguendo suoni o colori, guardando le persone e le textures, disegnando, fotografando e scrivendo.
ogni elemento osservato che veniva riferito in classe, rappresentava in realtà un concetto più ampio, e diventava un indizio per aprire una riflessione critica sulla percezione e l'uso dello spazio urbano (storia-memoria-presente; l'abitare; il lavoro; lo spazio pubblico e quello privato; il centro e la periferia; l'acqua; lo spazio aperto-chiuso interno-esterno vuoto-pieno alto-basso; il cibo; le comunità: il verde; i contrasti; l'autogestione e la regolamentazione; le vie; il tempo etc).
la domanda successiva era come raccontare la miriade di luoghi osservati e i macro-temi individuati che relazionavano i dettagli minimi all'intera città.
le possibilità erano molteplici: dal carnet al racconto, dalla mappa concettuale a quella più funzionale.
la scelta del gruppo (dopo discussioni e confronti) è ricaduta su una rappresentazione e condivisione con l'esterno delle esperienze vissute in forma ludica.
il progetto collettivo è stato quindi un gioco, uno strumento che interagisse e stimolasse a sua volta l'esplorazione e la riflessione sulla città.
tenendo come punto fermo la questione del "tempo" (così fondamentale nella città di milano), il gruppo ha creato un mazzo di carte che sul dorso fornisce un'indicazione temporale in termini di minuti a disposizione per una persona che si trovasse alla NABA.
la faccia delle carte rappresenta invece dei luoghi e dei suggerimenti di percezione o riflessione trasversale.
attraverso una simbologia, ogni carta è anche riconducibile a uno o più macro-temi concettuali.

le 64 carte sono tutte diverse per stile e focus: dal testo al disegno alla fotografia, alcune raccontano un luogo, altre suggeriscono degli usi o dei punti di osservazione, altre ancora riflettono su degli incontri effimeri fatti in un determinato posto.
sono uno strumento trasversale per guardare la città in un modo un po' diverso, mettendosi in gioco e partendo alla ricerca di un dettaglio nascosto.